L’architettura

Cronologia: progettazione ed esecuzione 2007-2009
Committenza: Davide Campari Milano spa
Autori: Mario Botta e Giancarlo Marzorati

L’edificio della nuova sede Campari, progettato dall’architetto Mario Botta con Giancarlo Marzorati, è articolato su due corpi di fabbrica incernierati tra loro. L’uno si sviluppa su nove piani fuori terra e due piani interrati, mentre l’altro ha la conformazione di un ponte e ha due soli piani, il quarto e il quinto fuori terra, oltre a due interrati. Questi due volumi sono completati dalla palazzina uffici d’inizio novecento, ora trasfrormata in un museo, e la nuova lobby che si caratterizza come una grande piazza coperta che si rivolge verso il parco. Le residenze sono suddivise in quattro torri a forma di quarto di cerchio e di altezze diverse rivestite da mattoni rossi, la più alta delle quali si trova sull’angolo tra via Campari e via Gramsci. Ospitano oltre 100 appartamemti altra alle attività commerciali al piano terra e sono dotate di tecnologie all’avanguardia per rispondere alle esigenze di sostenibilità ambientale e risparmio energetico.

Il volume che contiene gli uffici Campari a Sesto S. Giovanni si staglia imponente con i suoi 38 m. di altezza su via Gramsci e incastona un brano dello stabilimento storico, una piccola testimonianza del patrimonio archeologico industriale italiano, chiusa sui fronti laterali da nuovi tamponamenti in cotto, nobilitati da due bassorilievi ideati da Mario Botta, evocativi delle icone disegnate da Depero per Campari.

L’edificio si colloca in una posizione strategica, a breve distanza dalla linea del metro, in una strada di grande transito e contorna la minuta facciata in stile liberty dell’antica fabbrica. Sul fronte di via Sacchetti superata la monolitica soluzione d’angolo con via Gramsci, l’attacco a terra dell’edificio è stato alleggerito dalle trasparenze del vetro, per librare in aria i volumi sovrastanti carichi di materia e di colore, che suggellano il forte rapporto dell’opera architettonica col territorio: il rosso dei mattoni, con cui si foderavano gli altiforni, era una nota cromatica molto diffusa nella città di Sesto e il recupero di questo peculiare carattere morfologico permette l’interazione tra l’architettura e il luogo, la sua storia, le sue tradizioni.

La corte interna, definita dall’intersezione ad L dei due imponenti prismi rettangolari modellati in negativo da volumi trasparenti, è caratterizzata dalla copertura a prato del tetto della lobby che, con i suoi archi rampanti radicati nel terreno, modella l’andamento altimetrico del giardino degradante fino alla refletting pool, una sottile lamina d’acqua che aggiunge note di leggerezza e trasparenza all’intorno, dominato dalle tonalità del rosso delle cortine murarie e del verde dei giardini pensili e del parco.